La nostra selezione di Febbraio 2023

 

Château Montrose – 2ème Grand Cru Classé Saint-Estèphe

Il nome di Montrose giunge da molto lontano, dalle tinte rosate dell’erica in fiore che ricopriva la collina. Si tratta di un vitigno di 95 ettari appartenente ad un unico proprietario, cosa assai rara a vedersi nel Médoc, impiantato su terra ghiaiosa ben esposta sulla Gironda.

Il terroir è unico, sia a livello di struttura che di composizione. I ciottoli di Graves che ritroviamo su tutta la superficie sono giunti fino a qui dalle zone del Massiccio Centrale e dei Pirenei, e il vitigno guarda l’estuario del fiume, il quale attenua e modera le asperità del clima.


Millesimo 2010

Il millesimo 2010 si colloca tra le più grande annate mai prodotte di questo Château.

Di un colore profondo, quasi opaco, al naso svela note di mirtillo, liquore di more, violetta e grafite. Al palato è fruttato ed elegante, dal finale strutturato, mascolino e tannico.

E’ un Montrose splendido, che già da ora fa intuire di poter raccontare ancora molto, e ancora di più, negli anni a venire. Ma la pazienza sarà ricompensata.

Vitigni: 53% Cabernet Sauvignon, 37% Merlot, 9% Cabernet Franc, 1% Petit Verdot

Château Branaire-Ducru – 4ème Grand Cru Classé Saint-Julien

Il castello di Branaire, meglio noto con il nome di Branaire-Ducru, deve il suo nome a una parcella staccata di Beychevelle che fu rimessa alla corona di Francia nel 1666, alla morte di Bernard de La Valette, Duca di Epernon, che la deteneva tra i suoi beni.

Nel 1680 Jean-Baptiste Branayre acquista la proprietà, dandola in dote ai suoi piccoli eredi appartenenti al ramo Du-Luc.

Louis Du Luc, al quale arriva per successione il castello nel 1825, lo rinnova, mettendolo sulla giusta via al fine di produrre un vino di grande qualità.

Sino al 1879 la proprietà resta nelle mani di Gustave Ducru, per passare poi a quelle del Marchese Carbonnier de Marsac, poi il Visconte de Larsan ed infine del Conte e della Contessa de la Tour, la cui esperienza in viticoltura ed in commercio sono note sia a Bordeaux che all’estero.

Mi fermo, poiché la capacità dei castelli francesi e bordolesi in particolare di passare di mano in mano tra il XVII ed il XVIII secolo mette alla prova anche il più esperto in araldica.

Classificato quarto cru classé nel 1855, questo Saint Julien posto di fronte al castello di Beychevelle ha sempre giocato un ruolo importante sia politico che produttivo.

Dal 1988 infatti la famiglia Maroteaux presiede i 50 ettari di proprietà: Patrick, vero pioniere e diplomatico scomparso nella seconda metà degli anni 2000, a lungo è stato il Presidente della Unione dei Grand Cru Classés di Bordeaux.

Branaire-Ducru è una tenuta la cui esposizione e la cui collocazione giustamente la collocano ai vertici qualitativi della denominazione Saint Julien.

Una produzione nella media di 250 tonneaux annua, con un vino che sa farsi distinguere per una ricchezza di linfa rara, molta dolcezza, un profumo delizioso e una fermezza di stile impareggiabile.

Preservare l’integrità di base degli acini è il motto del castello, essere il messaggero di Saint Julien lo scopo aziendale, esaltare la tipicità la missione.


Millesimo 2015

Si tratta di un assemblaggio di 65% Cabernet Sauvignon, 26% Merlot, 4% Cabernet Franc e 5% Petit Verdot vendemmiato manualmente.

Il meteo ha presentato condizioni piuttosto favorevoli per una fioritura ottimale; l’estate calda e secca ha poi consentito alle bacche di svilupparsi appieno e ai tannini di maturare.

Colore profondo dai riflessi neri; in bocca si esprime attraverso brillante note fruttate e sprigiona un bouquet aromatico espressivo.

Al palato, la struttura del vino si rivela fine, gustosa e notevolmente ricca.

Il risultato è un vino soave e delizioso, con uno charme complesso, da bersi ora, così come tra dieci anni.

Côte de Baleau – Grand Cru Classé St. Emilion

La tenuta si trova vicino al comune di Saint-Émilion, sin da quando all’inizio del XVIII secolo il Re Sole Luigi XIV ne fa dono a un antenato della famiglia Reiffers come omaggio per i servizi resi in varie campagne. Alla fine dell’ottocento, accanto all’originario edificio, viene costruito l’elegante castello che vediamo a tutt’oggi. Gestito da Sophie Fourcade-Reiffers, quest’ultima lo cede alla famiglia Cuvalier nel 2013. All’inizio degli anni 2000 il castello viene convertito alla viticoltura biologica, e la tenuta viene riclassificata come “Grand Cru Classé” nel 2012.

Gli attuali proprietari hanno intrapreso importanti lavori di ristrutturazione all’interno della proprietà, attraverso il rinnovamento e ammodernamento delle cantine, dotate ora delle tecnologie di controllo e monitoraggio, analisi e montaggio maggiormente all’avanguardia.

Il terroir di Château Côte de Baleau è composto da 80% Merlot, 15% Cabernet Franc e 5% Cabernet Sauvignon, distribuito su 15 ettari di vigneto la cui età media è di 31 anni.

Questo vino rosso longevo, vendemmiato manualmente, matura fino a 18 mesi in barrique nuove al 50%; la produzione si attesta sulle 70.000 bottiglie annue.


Millesimo 2016

Alla degustazione, Château Côte de Baleau offre un vino tipico del suo terroir, con un fascino che lo rende attraente fin da subito. L’annata 2016 ha prodotto un vino particolarmente opulento e concentrato, un ottimo esempio di uno stile di vinificazione di prima classe tanto vintage quanto moderno.

In bocca è fruttato e croccante, con note calde di prugne e frutti di bosco, buona acidità, tannini ampi e sapidità, finale deliziosamente lungo. Svela una struttura armoniosa, ed è facile prevedere che saprà evolvere meravigliosamente in bottiglia per diversi anni. Difficile, tuttavia, resistere dal concederselo anche in gioventù, grazie alla sua morbida piacevolezza.

Château Lynch-Bages – 5ème Grand Cru Classé Pauillac

Si hanno notizie dei possedimenti di Bages già a partire dal XVI secolo, tuttavia solo dal XVIII secolo si inizia a produrre vino nella tenuta. Tra il 1749 e il 1824 è Thomas Lynch, figlio di un immigrato irlandese divenuto mercante a Bordeaux, a gestire la vigna ed a iniziare la tradizione enologica dello Château, producendo il “Cru de Lynch”. Tale vino venne categorizzato nella classificazione del 1855 come 5éme Grand Cru Classé, incrementando il proprio prestigio.

Nei primi del 900 “Lou Janou” Cazes, un montanaro dalle valli dell’Ariège, si trasferisce in Médoc per lavorare nella tenuta. Nel 1930 suo figlio, Jean-Charles Cazes, riesce ad affittare i vigneti in cui padre aveva tanto faticato, per poi arrivare a comprare l’intera proprietà all’insorgere della Seconda Guerra Mondiale. Da allora Château Lynch-Bages è sempre rimasto presso la famiglia Cazes.

I 100 ettari in rosso e i 7 in bianco situati sulla collina di Bages, ad affacciarsi sulle sponde dell’estuario della Gironda, sono cullati da un clima mite e poggiano su un terroir pedologicamente omogeneo.

Lo Château oggi produce 420.000 bottiglie suddivise in due vini rossi, Château Lynch-Bages ed Echo, e un vino bianco. L’attento lavoro in cantina e una sequenza di annate favorevoli hanno innalzato la qualità di questo 5éme Grand Cru, portandolo al pari delle classificazioni più elevate.

 


Millesimo 2019

L’assemblaggio di quest’annata è dominato dal Cabernet Sauvignon al 70%, seguito poi da Merlot (24%), Cabernet Franc (6%) e Petit Verdot.

L’inverno si è presentato mite, la primavera fresca e umida, l’estate piuttosto torrida; le viti hanno tuttavia saputo resistere alla siccità grazie alle riserve idriche accumulate nell’inverno precedente, e dunque la vendemmia manuale è iniziata e si è svolta sotto i migliori auspici, alla fine di settembre, con cernita in vigna.

Dopo la malolattica effettuata per un terzo in tini e per i restanti due terzi in barrique, l’affinamento avviene per 18 mesi in barrique di rovere francese nuove al 75%.

Al naso, note fresche e speziate aprono a un profumo fruttato e alcuni cenni di legno; il vino è duttile al palato,  morbido ed equilibrato. Densa e possente la trama tannica, che gli conferisce inoltre una ragguardevole precisione.


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Robert McDowell Parker Jr. è un critico enologico statunitense. Le sue valutazioni dei vini su una scala di 100 punti e la sua newsletter The Wine Advocate sono influenti nell’acquisto di vino e sono quindi un fattore importante nella definizione dei prezzi per i vini di Bordeaux appena rilasciati. Questo lo ha reso il critico enologico più conosciuto e influente al mondo.