La nostra selezione di Febbraio e Marzo 2024
Carruades de Lafite Rothschild – Second Vin del Premier Grand Cru Classé – Pauillac
Il primo riferimento storico ove si cita Lafite risale al 1234, dell’abate Gombaud de Lafite del monastero di Vertheuil, piccolo borgo a nord di Pauillac, area nella quale già esisteva una signoria in epoca medievale. Il nome deriva dal guascone “La Hite”, ovverosia ‘piccola collina’.
La famiglia dei Ségur inizia a piantare la vigna nel 1670 e già nel 1707 la Gazzetta Ufficiale di Londra pubblica un articolo nel quale si narrano le qualità di questo grande vino citato come “New French Clarets”, venduto a bordo delle navi della marina britannica. La fama del castello si deve anche ad ambasciatori insospettabili quali il medico del Cardinale Richelieu, che glielo prescrive come miglior tonico per la salute. Descritto poi come “ambrosia degli dei nell’Olimpo” al sovrano Luigi XV, da quel momento in avanti nelle corti nobili francesi si parlerà di “vino del Re”.
Nel 1787 è poi un giovane ambasciatore dei neonati Stati Uniti d’America a visitare le migliori cantine del Médoc: il suo nome è Thomas Jefferson e rimarrà fedele a vita ai vini di Bordeaux.
Durante il periodo del Terrore successivo alla Rivoluzione francese, anche Lafite viene sottratto ai nobili per essere venduto all’asta a degli olandesi; nel 1868 giunge nelle mani del Barone James Rothschild, capo del ramo francese della nota famiglia di banchieri, che ne è tuttora proprietaria.
Nel 1855 viene stilata la classificazione dei vini del Médoc, che lo conferma immediatamente al vertice della appellazione di Pauillac.
Si tratta di una delle tenute vitate tra le più estese del Médoc con 107 ettari, 70% dei quali impiantati a Cabernet Sauvignon, 25% a Merlot, 3% a Cabernet Franc e 2% a Petit Verdot.
Un terzo della produzione è dedicato al Secondo Vino del castello, il Carruades de Lafite, la cui fama presso il mercato asiatico è cresciuta di pari passo a quello del celeberrimo Premier Grand Cru Classé.
Millesimo 2010
Di colore granato scuro con riflessi viola acceso, il vino offre sentori audaci di prugne cotte con note di mentolo, foglia di tabacco, chiodi di garofano e carni affumicate.
I tannini maturi disegnano una trama equilibrata, al palato è dunque piacevolmente strutturato e sottile. In bocca la freschezza di quest’annata si ha accanto a una bella acidità, che conduce a un finale lungo, elegante e dal tocco speziato.
AltO de Cantenac Brown – Appellazione Bordeaux Blanc AOP
Millesimo 2021
AltO si caratterizza per la sua piacevole mineralità e i delicati aromi. Note di limone, arancia, pesca nettarina e ananas aprono a un vino rotondo ed elegante in bocca, caratterizzato da una bella freschezza al naso e da una discreta vivacità. La struttura sapida rivela una notevole tensione, al palato emerge preciso con note altrettanto fruttate e floreali, di mandorla e iodio, prima di chiudere con un bel finale.
Il vino affina in fusti di quercia francese al 90% di secondo passaggio.
Château Angélus – Premier Grand Cru Classé – Saint-Émilion
Saint-Emilion è uno tra i terroir più rinomati non solo di Bordeaux, ma della Francia tutta: in questa gemma del bordolese, ove i terreni sono di natura argillo-sabbiosi-calcarei e i vigneti sono incastonati in meravigliosi paesaggi, troviamo la proprietà di Château Angélus, classificato Premier grand cru classé di Saint-Émilion. La tenuta si trova dunque sulla cosiddetta riva destra di Bordeaux, nel dipartimento della Gironda, fondata nel 1782 dalla guardia del corpo reale Jean de Boüard Laforest e tuttora appartenente alla famiglia.
Il nome dello Château, così come le sue tre campanelle a simbolo, risalgono al suono con cui le campane delle tre chiese storiche della cittadina di Saint-Émilion poco lontana scandivano il giorno, la sera ed il lavoro nei campi. Attualmente consta di 23.4 ettari vitati per metà a Merlot e per il restante a Cabernet Franc, con una piccolissima percentuale di Cabernet Sauvignon. La produzione media del primo vino dello Château si attesta sulle 10.000 casse.
Millesimo 2021
Per la prima volta nella storia di Angélus, si arriva per quest’annata a un 60% di Cabernet Franc nel blend, unito al 40% di Merlot. Di colore rubino profondo dai riflessi porpora, il naso si apre su note di frutti di bosco pienamente mature, zeste di arancia candita, foglia di tabacco e qualche tocco di pepe nero, cannella e chiodi di garofano. Al palato il frutto mostra una purezza e una densità che vanno di pari passo con la sua piacevole struttura, di tannini sottili e maturi.
Vellutato ed elegante, fresco e raffinato, gli aromi di frutta scura che emergono poi preparano a un gran finale, capace di evocare tutto il potenziale di ulteriore evoluzione di questo vino nel tempo.
Château La Violette – Pomerol
Questa piccola proprietà di appena 1,68 ettari gode di un terroir da sogno, nel pieno cuore di Pomerol. Deve la sua resurrezione alla rimpianta M.me Catherine Péré-Vergé, proprietaria al tempo stesso degli Château Le Gay e Montviel. Donna visionaria, ha voluto fare di queste proprietà un vero e proprio laboratorio di vinificazione, da cui oggi escono circa 5.100 bottiglie all’anno dello Château La Violette.
Il vino deve il suo nome ai delicati aromi che sa sprigionare.
Le annate più recenti sono vere opere d’arte; Michel Rolland firma così i suoi migliori capolavori.
Millesimo 2021
Si tratta di un Merlot in purezza al 100%, raccolto in cassetta e diraspato a mano; la micro-vinificazione si ha in botti esclusivamente nuove, così come la malolattica, mentre l’affinamento dura per 16 mesi circa.
Il vino è affascinante, un corpo soave e ricco, senza mai dare l’impressione di essere civettuolo. Con grande tensione dinamica, gli aromi oscillano tra il tartufo e l’oriente. In breve, un naso eccitante, espressivo, già fuso tra confettura e spezia.