La nostra selezione di Giugno 2023
Pavillon Rouge du Château Margaux – Second Vin del 1er Grand Cru – Margaux
Si tratta del cosiddetto secondo vino dello Château, che risale al XVII secolo e può contare su una produzione media annuale di circa 200.000 bottiglie. Inizialmente venduto come “secondo vino di Château Margaux”, ha acquisito il nome di Pavillon Rouge nel 1908. La sua produzione ha conosciuto momenti foschi tra gli anni ’30 e ’70, riprendendo con successo con l’arrivo di André Mentzelopoulos nella tenuta nel 1977, il quale ne ha fortemente voluto l’accrescimento della qualità con una selezione più accurata delle uve.
Attualmente circa un terzo delle uve della vendemmia confluisce nel Grand Vin Château Margaux, e altrettanto viene dedicato al Pavillon Rouge; la sua qualità odierna è quasi pari a quella del primo vino a livello dei sentori evocati, del bilanciamento del gusto e della sua duttile morbidezza.
Millesimo 2018
Blend composto di 69% Cabernet Sauvignon, 19% Merlot, 9% Petit Verdot e 3% Cabernet Franc, giunge a una gradazione alcolica di 14.5° e si presenta di colore granato profondo.
Al naso è intenso e complesso, di sottobosco e frutta nera con aromi di legno di cedro, tartufo e carni affumicate, senza dimenticare spezie e fragranze più dolci di potpourri. Si tratta di un vino di pieno corpo che al palato svela una solida spina dorsale grazie a tannini moderati e finemente granulosi, i quali affiancano una morbidezza e una freschezza senza pari. Perfetto l’equilibrio tra gusto ed olfatto, elegante come da attese sin nel suo finale, notevolmente lungo, fine e persistente. Raffinato, generoso e vellutato, sorprende per la sua avvolgenza.
Château Talbot – 4ème Grand Cru Classè – Saint Julien
Millesimo 2018
Una tinta porporata scura introduce un vino che fa ben intuire come non si sia che all’inizio delle sorprese che può riservare questa grandissima annata. Richiama frutti rossi e neri, prugne cotte, gelso, cioccolato fondente, caramello e sigari, nonché un’impronta legnosa sottile ma precisa.
Corposo ed elegante, ben bilanciato e maturo, serba tannini precisi e serrati ed è densamente stratificato in bocca con un finale estremamente lungo, a sollevarsi infine su note erbacee. Un valore senza dubbio assoluto.
Château Gazin – Pomerol
Il villaggio di Pomerol si trova sulla strada che i pellegrini percorrevano diretti a Santiago di Compostela.
Nel XV secolo i Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme fondano quindi, sul plateau di Pomerol, una chiesa, un ospedale e un maniero, volti all’accoglienza.
Nel 1917 proprio il castello viene acquistato da Louis Soualle, bisnonno degli attuali proprietari, ovvero la famiglia de Bailliencourt, tra le più antiche di questa zona di Francia.
Le viti, Merlot al 90%, Cabernet Sauvignon al 7% e Cabernet Franc al 3%, occupano una superficie di 26 ettari su suolo ricco di ghiaia, ciottoli e argille con ossidi di ferro: è la più vasta di tutto il Pomerol, un unico appezzamento vitato per 24 ettari collocati sul celeberrimo plateau argillo-calcareo di questa zona.
100.000 le bottiglie annualmente prodotte, con un secondo vino creato a partire dal 1986 e ribattezzato Hospitalet de Gazin AOC Pomerol.
In vigna si utilizzano metodi naturali a basso impatto ambientale con vendemmie manuali e fertilizzanti organici, nel rispetto massimo del territorio.
La fermentazione si in piccole vasche di cemento, l’affinamento avviene invece in fusti di quercia francese nuovi per metà, secondo la tradizione bordolese; malo-lattica in barrique, soutirage per separazione, filtraggio leggero. Ben l’85% della produzione viene esportato.
Millesimo 2020
In quest’annata la percentuale di Merlot si eleva al 91,6%, con una restante parte di Cabernet Sauvignon al 8,4%.
Proprio grazie a tale predominanza, i vini di Gazin possono essere degustati giovani o dopo una sosta in cantina di 10/15 anni di media, o anche più, presentandosi femminili e seducenti.
Di colore molto scuro dai riflessi bluastri, al naso è un Pomerol che si afferma tramite seducenti sentori di frutti rossi, lampone e tartufo nero. In bocca, i tannini sono estremamente fini e precisi, a condurre verso un finale dritto, che richiama di nuovo il tartufo più delicato.
Il millesimo 2020 offre una ampia paletta aromatica di frutti rossi e neri che bene si armonizza con il colore intenso del vino, dal porpora al granato. Generosamente sontuoso, fa avvertire nuance di prugna, cioccolato, caffè o liquirizia, mandorla, pane tostato, tabacco e vaniglia, nonché un lieve e fresco sentore mentolato. La maturità gli conferirà poi un naso speziato e profumi di tartufo, note di sottobosco e animali.
In bocca si avverte la finezza del tannino, l’equilibrio e una concentrazione sottolineata da una lieve nota boisé: in breve, la tipicità del terroir di Pomerol.
Eccellente in abbinamento a carni bianche e rosse, piatti a base di mandorle o frutti rossi, nonché dolci al caramello e vaniglia.
Château De Fargues – Sauternes
Edificato nel 1306 dal Cardinale Raymond Guilhem de Fargues, la proprietà è stata trasferita alla famiglia dei Lur grazie ad un matrimonio contratto nel 1472. Un altro evento nuziale datato 1586 vedrà l’unione dei Lur con i Saluces.
La bella storia ha però un tragico evento: nella notte del 1687, l’antico castello fortezza verrà quasi distrutto a causa dello scoppio di un incendio.
Un restauro lungo, ed ancora in parte in corso, ha permesso all’antica dimora di svettare sui 170 ettari di proprietà, dei quali 22 vitati. Cinque secoli di storia impersonati nella leggendaria figura del Conte Alexandre e di suo figlio Philippe, a lungo proprietari del mitico Château d’Yquem. Oggi però per gli addetti ai lavori il motto è il seguente: “lo spirito d’Yquem non è più là, è volato a Fargues”.
Raccolta manuale, tre tavole di selezione, tre anni minimo di affinamento in barrique al fine di ottenere un vino raro, completo, esigente, con una capacità di oltrepassare il tempo.
Gli ettari vitati sono 22, le bottiglie prodotte circa 20.000. Il Sémillon la fa da padrone per l’80% dei terreni, il Sauvignon Blanc copre il restante 20%. L’affinamento avviene in barriques nuove al 30% per 30/36 mesi
Millesimo 2014
La caldissima estate faceva temere il peggio, ma le vendemmie hanno svelato un raccolto non consistente e tuttavia di qualità elevata, indice e riconferma di come a Fargues si decida di non imbottigliare affatto, se l’annata non lo merita ampiamente.
La raccolta è avvenuta dal 15 settembre al 30 ottobre, con quattro diversi scaglioni di selezione.
Di colore oro intenso e brillante, denota un bouquet potente, rotondo e decisamente opulento: note di mandarino e clementine si manifestano lentamente nel bicchiere, mentre al palato la bocca si trova sorpresa e travolta da miele, marmellata di agrumi, mandorla tostata, albicocca disidratata e zenzero sul finale. E’ un Fargues tutto in purezza, di enorme intensità e lunghezza. Superbo a dir poco.