Giovanni Rosso

La tradizione e l’eleganza dei più importanti Cru di Serralunga d’Alba

 

 

 

Ci troviamo nel cuore di Serralunga d’Alba dove, da oltre 100 anni, la famiglia Rosso è proprietaria dei Cru: Cerretta, La Serra, Broglio, Meriame, Sorano, Costa Bella, Lirano e Damiano. Dai tannini fitti e penetranti dei Barolo alla vivacità dei vini prodotti alle pendici dell’Etna, l’identità Giovanni Rosso è nei vigneti che la famiglia ha scelto, fin dal 1906, e ai quali è fedele. Ad essi è dovuta la riconoscibilità dei loro vini, altamente distinguibili, terroir per terroir. Da allora alla quarta generazione di oggi, i vigneti sono stati ristrutturati da Giovanni Rosso con sesti di impianto modernissimi, verso la prospettiva contemporanea di Davide Rosso, che scende a patti solo con il tempo e il rispetto delle stagioni.

“Poca resa significa massima resa.”

Enologo d’esperienza internazionale, Davide Rosso subentra alla guida dell’azienda nel 2001 e, sull’impronta di famiglia, firma il disegno della nuova cantina, ispirata agli Chateau bordolesi che ha conosciuto nella sua precedente carriera. Della sua formazione da enologo, tra Alba e la Francia, le tecniche della Borgogna e la vicinanza a Luigi Oddero, ha fatto tesoro. Oggi Davide apre le porte a tutto il mondo, tra degustazioni guidate che si fanno esperienze sensoriali, cene esclusive e voli in elicottero sulle Langhe.

 

 

 

 

 

Vignarionda, la storia di un vigneto magico

 

 

Fu l’atteggiamento pionieristico, misto a sacrificio e determinazione, a segnare le origini della vigna, nata per mano di Tommaso Canale e sua moglie Esterina. Per nulla facoltosi e appassionati di vino, acquistarono alcuni dei più bei vigneti di Serralunga, tra i quali il Cru Vignarionda. Era il 1934 e nulla sembrava scalfire il coraggio della famiglia Canale, dalle tribolazioni economiche alla grandine, complice l’aiuto dei figli Aldo e Amelio. Poi vennero la guerra e la morte di Tommaso, in un quanto mai simbolico 1945 che segnò la nuova sfida dei due fratelli.

Proprio la scomparsa di “nonno Amelio”, nel 1963, e la crisi della manodopera nelle campagne piemontesi in spopolamento, condussero a una scelta inevitabile: la cessione di Vignarionda, da parte delle sue eredi, la moglie Cristina Canale e la figlia Ester, in favore di Aldo.

Il testimone di quel Cru eccezionale passò nel 1998 a Tommasino il figlio di Aldo: dotato della stessa passione di suo nonno, il fondatore, manifestò fin da subito un forte legame con la cugina Ester e suo figlio Davide Rosso. Nel dicembre 2010 Tommaso morì all’improvviso, lasciando un enorme vuoto in famiglia. Il 22 aprile 2011 la proprietà dell’originario appezzamento di 0,85 ettari di Amelio è passata all’Azienda Agricola Giovanni Rosso, l’azienda vinicola fondata dal marito di Ester. Così, quarant’anni dopo essere stata costretta a vendere, Ester Canale è nuovamente proprietaria della “sua” Vignarionda”, dove si custodiscono ancora gran parte delle viti impiantate negli anni quaranta.

 

Piante ottantenni, parzialmente conservate dal 1946 e in parte rinnovate nel tentativo di dare nuova linfa al lavoro che fu di Tommasino Canale. Davide Rosso, all’inizio del 2011, sostituì infatti buona parte delle vigne oramai esauste con un reimpianto prudente e delicato: clonò la selezione massale delle viti originali e si accorse fin da subito del grande potenziale di quelle uve, dalle quali già oggi si ottiene un grande Nebbiolo. Vino già capace di fotografare, insieme al Barolo Vignarionda, la qualità eccelsa e il prestigio di questo cru dall’esposizione perfettamente rivolta a sud, dal terreno calcareo e dalle piante, siano esse vecchie che nuove, lavorate interamente a mano. Un vigneto che non lascia spazio a compromessi: l’azienda preferisce contenere vendemmia e imbottigliamento a pochissimi esemplari, limitando le annate e rimandando un aumento di produzione al tempo debito, quando anche i giovani filari avranno raggiunto la maturità necessaria per la “promozione” A Barolo.

 

 

 


 

Barolo D.O.C.G. Vignarionda Ester Canale Rosso 2019

 

 

La fermentazione si svolge con lieviti indigeni in vasche di cemento e dura circa 28 giorni, con rimontaggi giornalieri e un délestage. Il vino matura in botti di rovere di Slavonia da 16 ettolitri per un periodo che può variare dai 18 ai 36 mesi, a secondo delle caratteristiche dell’annata. Prima della messa in commercio, completa il suo affinamento con alcuni mesi in bottiglia.

 

Rosso rubino luminoso tendente al granato.

 

100% Nebbiolo

 

Al naso aromi di viola e rosa, note balsamiche, confettura di frutti di bosco, radice di liquirizia, tartufo bianco.

 

Superbo in sapore e delicato nello sviluppo; connubio armonico di morbidezza, tensione e sapidità.

 

 

 

 

Premi

 

 

 

 


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