La nostra selezione di Novembre 2022
Château Palmer – 3° Grand Cru Classé Margaux
Sulla rive gauche di Bordeaux, il 3ème Grand Cru Classé Château Palmer è sito tra i comuni di Cantenac e Margaux ed è uno dei più popolari nell’ambito della denominazione, nonché della classificazione bordolese del 1855.
Un tempo parte dell’antica tenuta di Château d’Issan, in seguito suddivisa su più eredi, i 50 ettari della struttura giungono nelle mani della famiglia Gascq che lì produce un vino proprio col medesimo nome, servito persino alla corte di Versailles di Luigi XV.
Nel 1814 la vedova di Gascq vende la tenuta al Generale Maggiore Charles Palmer, ritiratosi da vita militare e deciso ad investire nella proprietà per gli anni a venire; una scelta vincente, se si considera che Palmer arriva a godere nel giro di qualche anno di un’estensione su 163 ettari e una fama pari a quella di Château Margaux e Château Beychevelle. In seguito, alcune difficoltà tecniche e finanziarie hanno costretto Palmer a passare di mano in mano, e dal 2004 il processo tecnico è gestito da Thomas Duroux, già enotecnico presso Tenuta dell’Ornellaia.
Pioniere nell’approccio al biodinamismo nel vigneto sin dal 2008, la filosofia di Palmer è tesa a poter esprimere in purezza un terroir piuttosto complesso.
Gli attuali 55 ettari vitati sono collocati in un terroir nelle vicinanze dell’estuario della Gironda, impiantato per un 47% a Merlot e una percentuale identica a Cabernet Sauvignon, con un 6% residuo di Petit Verdot.
Millesimo 2019
E’ un blend di Cabernet Sauvignon al 53%, Merlot al 43% e una piccola componente di Petit Verdot al 4%, quello che ci conduce su quest’annata così radiosa ed elegante di Palmer.
A dispetto di un inverno mite, una primavera piovosa e un’estate torrida e secca, i capricci meteorologici non hanno comunque compromesso le prospettive di una maturazione eccellente delle uve, grazie al costante e meticoloso lavoro condotto in vigna. Alla vendemmia gli acini si sono così presentati aromatici, concentrati e zuccherini, anticipando un vino munifico ed esuberante ma dotato anche di una notevole purezza. Intenso e concentrato al palato, svela una consistenza setosa, tannini dalla grana fine e vellutata e un naso di frutti scuri, violette, spezie e aromi di cioccolato al latte.
Château Palmer è serio e misurato, un nettare di delicata finezza che cela complessità, ricchezza e struttura. Fa venir voglia di sorridere di compiacimento sin dal primo momento in cui si accosta il naso al bicchiere; s’intuisce che dunque il tempo non potrà che arricchire ulteriormente Palmer 2019 di altre ragguardevoli sfumature, incarnazione perfetta della sua identità di Margaux.
Château de Camensac – 5° Grand Cru Classé – Haut Médoc
Camensac bisogna andare a cercarlo appositamente a Bordeaux, lasciarsi da parte i due assi medochiani principali, informarsi sulla strada da percorrere, procedervi senza serbare timore alcuno.
Si tratta di una tenuta forse più lontana dai riflettori rispetto ad altre, eppure la produzione non è certo meno degna di nota: se infatti la discrezione è di casa a Camensac, ove si respira nell’aria un’eleganza misurata e bucolica, il panorama circostante ci ricorda il tenore del luogo, con vigne che all’orizzonte tendono al vicino Saint Julien e fondono lo sguardo su Château Lagrange, Beychevelle e Gruaud Larose.
Il bordolese borghese Jacques Merlaut è alle origini della storia recente dello Château: uomo illuminato e appassionato, con l’amico di origini spagnole Enrique Forner inizia ad investire intensamente sul vino. Lui giungerà poi a fondare il potente gruppo Taillan, mentre Forner creerà Marques de Caceres, il riferimento mondiale della Rioja spagnola. A Forner, Merlaut propone di acquistare Camensac, ed ecco che l’insediamento della famiglia Forner risale al 1964, data a partire dalla quale l’intera struttura ha potuto beneficiare di un intenso e pervasivo progetto di rinnovamento.
La superficie copre 75 ettari impiantati per il 60% a Cabernet Sauvignon e un restante 40% a Merlot, con un’età media delle viti di 20 anni collocate su un suolo di Graves fini risalenti alla fine del Terziario ed inizio del Quaternario, ovvero di circa 2,5 milioni di anni fa.
L’affinamento a Camensac avviene in barrique di legno francese, dopo una vendemmia tradizionalmente effettuata a mano.
La natura, per quanto benefica, non è di per sè garanzia di una produzione eccellente, amano ribadire allo Château.
Millesimo 2015
Di colore rosso granato dai limpidi riflessi arancioni, quest’assemblaggio di Cabernet Sauvignon al 57% e Merlot al 43% svela aromi di cedro, ciliegia e cassis, di potpourri e liquirizia, di sentori erbacei, grafite e legno leggermente vanigliato.
Si tratta di un vino di medio corpo ben bilanciato, che molto gioca sull’esuberanza del frutto e che ne sa toccare le giuste note; in bocca è solido ed espressivo, con tannini ancora un po’ ruvidi che verranno sapientemente smussati nel corso del tempo.
E’ una bevuta che reca con sé una certa soddisfazione e che termina con un finale notevole, dalle ottime prospettive.
Chateau Lilian Ladouys – (neo) Cru Bourgeois Exceptionnel St. Estèphe
Le origini del castello sono antiche e rimontano all’anno 1564, quando il Domaine de “La Doys” era detenuto dai signori di Lafite; la successiva gestione della famiglia Barre per oltre 150 anni forgia l’identità e la struttura di un vino piuttosto rinomato, tanto che la prima edizione della guida Cocks et Férét cita Lilian Ladouys come uno dei migliori vini di Saint-Estèphe e lo status di Cru Bourgeois Supérieur ottenuto nel 1932 lo conferma ulteriormente.
Poi, è l’avvento della famiglia Lorenzetti a dare ancor più lustro a questa gemma: la tenuta si estende oggi su 80 ettari di suolo perlopiù gravelloso, con un 20% di terroir argillo-calcareo. Le vigne sono impiantate a Merlot per metà e a Cabernet Sauvignon per il 45%, con una piccola residuale di Petit Verdot al 4% e di Cabernet Franc al 1%.
Il 20 febbraio 2020 viene ridefinita la scala dei Cru Bourgeois di Bordeaux tra Crus Bourgeois semplici, Supérieurs e Exceptionnels: su 249 proprietà solo 14 vengono designate come Cru Bourgeois Exceptionnel, dopo una selezione rigorosa ad opera di una giuria di esperti indipendenti. Lilian Ladouys si aggiudica tale prestigioso riconoscimento, premiando così il certosino lavoro della Famiglia Lorenzetti e di tutto lo staff portato avanti sin dal 2008 con la ristrutturazione e l’ampliamento dei vigneti, l’adozione di pratiche più virtuose e la modernizzazione delle strutture. Nel medesimo anno diviene inoltre ufficiale l’impegno del castello alla conversione 100% biologica.
Millesimo 2018
I riflessi dei notevoli lavori di rinnovamento portati avanti dal castello iniziano a riverberarsi proprio sul vino dell’annata 2018, così come i vitigni dal terroir gravelloso da poco aggiunti nella composizione: il blend di 59% di Cabernet Sauvignon, 37% Merlot e 4% Petit Verdot evoca fin da subito note di cioccolato fondente, frutti di bosco e liquirizia, ricco e vivace al palato e dai tannini ben distinti.
Il Cabernet Sauvignon la fa da padrone con tutta la sua potente eleganza, mentre l’apporto del Merlot congiunge la sua caratteristica delicatezza ai sentori di menta piperita e spezie donati dal Petit Verdot. Ne risulta un vino profondo e concentrato, seducente al punto da non poterne ancora intuire del tutto l’estensione negli anni.
Il finale è un tocco minerale e deliziosamente goloso di caramello al burro salato.
Château La Fleur de Boüard – Lalande de Pomerol
La famiglia Boüard, già co-proprietaria di Château Angélus, investe in questa tenuta che in pochi anni si espande da 25 a 34 ettari e diviene il fiore all’occhiello dell’appellazione Lalande-de-Pomerol con 16 ettari vitati per l’80% a Merlot, quindi per il 15% a Cabernet Franc e un residuale 5% a Cabernet Sauvignon.
La Fleur de Boüard beneficia del know-how di Hubert e Coralie de Boüard, nonché delle capacità del direttore tecnico Philippe Nunes, dopo le esperienze che quest’ultimo matura a Château Cheval Blanc, Château Margaux e Chasse Spleen.
Del vino della Fleur non viene effettuato alcun filtraggio, posto ad affinare per circa 20 mesi in fusti di quercia per la maggior parte nuovi. La produzione annuale è di 130.000 bottiglie, per un prodotto che emerge da un cru eccezionale, ove la tradizione si unisce alla tecnologia.
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Millesimo 2020
Il vigneto si estende su 29 ettari, di cui 16 dei quali nel plateau di Néac della denominazione di Lalande de Pomerol, situata sulla riva destra della regione di Bordeaux; il millesimo è un blend di 82% Merlot, 9% Cabernet Franc, 5% Cabernet Sauvignon e 4% di Petit Verdot, con un rendimento finale di 45 hl/ettaro e un affinamento in fusti di quercia nuovi al 75%.
Lo straordinario terroir si presenta argillo-sabbioso in superficie e ghiaioso nel sottosuolo, con vigne dell’età media di 25 anni.
Dopo una macerazione pre-fermentativa, la malolattica viene svolta nelle barrique; l’affinamento dura dai 18 ai 24 mesi in barrique di rovere francese, senza filtrazioni.
L’annata 2020 si mostra ampia e sontuosa, al naso un delizioso bouquet di violette, peonie e petali di rosa che accompagnano un frutto carnoso e una certa complessità. Al palato il vino serba un attacco fresco e croccante, che tende a farsi poi più morbido e cremoso, con un finale fragrante e floreale.
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Robert McDowell Parker Jr. è un critico enologico statunitense. Le sue valutazioni dei vini su una scala di 100 punti e la sua newsletter The Wine Advocate sono influenti nell’acquisto di vino e sono quindi un fattore importante nella definizione dei prezzi per i vini di Bordeaux appena rilasciati. Questo lo ha reso il critico enologico più conosciuto e influente al mondo.
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