La nostra selezione di novembre 2021
Château Cos d’Estournel – 2ème Grand Cru Classé Saint Estèphe
E’ nel dialetto guascone che si ritrova il significato del nome attribuito a questa tenuta, poiché il “Cos” si riferisce alla collina ciottolosa sulle cui alture giace la proprietà nel comune di Saint-Estèphe sin dal 1811, adiacente a Chateau Lafite-Rotschild nel vicino comune di Pauillac. Il d’Estournel appartiene invece a Louis-Gaspard d’Estournel, noto anche come il “Maharaja di Saint-Estèphe,” che ha lasciato in eredità un’eclettica visione avanguardista, oltre alle orientaleggianti pagode di cui fa bella mostra di sè il castello. Tutto a Cos d’Estournel è stato modellato dalle mani di Louis-Gaspard, volato ai quattro angoli del globo per far acquisire nomea internazionale al vino prodotto in un terroir di eccellenza, ricco e complesso.
91 sono gli ettari coltivati, che include 61 parcelle coltivate perlopiù a Cabernet Sauvignon, quindi a Merlot, con una piccola percentuale residua di Cabernet Franc e Petit Verdot. Dal 2000 Cos d’Estournel viene guidato da Michel Reybier che porta avanti lo sperimentalismo del fondatore: qui viene costruita infatti nel 2008 la prima cantina a gravità, ove ogni processo dalla vendemmia all’imbottigliamento viene condotto senza l’utilizzo di pompe, nell’ottica di rispettare l’acino al massimo e consentire al contempo di ricercare una sempre maggior eccellenza.
Millesimo 2018
Dalla struttura fine e vibrante, il millesimo si mostra potente e bilanciato, con tannini estremamente morbidi. Le sue nuance sembrano infinite, toccando sentori di spezie e di ciliegia, ma anche note di frutta genuina e matura, violetta ed acacia.
Si tratta di un blend di 74% Cabernet Sauvignon, 23% Merlot, 2% Cabernet Franc e 1% Petit Verdot che serba un eccellente finale di catrame e liquirizia: tanto basta per farne un Saint-Estèphe leggendario, che evolverà ancora almeno per i prossimi 50 anni, e ben oltre.
Château Boyd-Cantenac – 3ème Grand Cru Classé Margaux
La Famiglia Boyd è una importante dinastia di commercianti irlandesi originari dalla Scozia: trasferitisi da Belfast a Bordeaux, proseguirono la loro attività di scambi e di relazioni commerciali sino a quando, nel 1754, Jacques Boyd acquistò una vigna nel comune di Cantenac e gli diede il suo nome.
Grazie alla qualità dei vini prodotti, il castello giunge ad essere classificato Grand Cru nel 1855, infine dal 1932 esso appartiene alla Famiglia Guillemet.
La superficie è di 17 ettari, il suolo è composto da grave-silicio di epoca quaternaria.
Il suolo caldo permette alle radici di svilupparsi ed addentrarsi in profondità al fine di ricavare i migliori nutrimenti dal sottosuolo.
La produzione a seconda degli anni varia tra le 50.000 e le 90.000 bottiglie.
L’età media delle viti è di 38 anni e la densità di ceppi per ettaro è di 10.000. La maggioranza è del vitigno Cabernet Sauvignon, l’ideale per un grande Margaux.
Colore scuro intenso, denso ed inchiostrato; naso complesso, ove i sentori di frutta si disputano lievi odori terziari tipici dell’affinamento. La bocca attacca rotonda e progressiva, segue una sensazione di volume che soddisfa il palato. I tannini sono ben fusi e fanno immaginare un futuro radioso.
Da oggi a trenta anni sarà un’attesa con momenti indimenticabili.
Millesimo 2018
L’approccio di selezione parcellare si è condotto come sempre per ottenere bacche perfette dal punto di vista sanitario, colte nel loro momento di massima maturazione.
L’assemblaggio di 65% Cabernet Sauvignon, 19% Merlot, 10% Petit Verdot e 6% Cabernet Franc rivela un Boyd-Cantenac che racconta tutta la sua tipicità di Margaux, grazie alla setosità della sua tessitura, alla grande ricchezza aromatica e alla sua finezza soave. Il colore è un granato denso, al naso è intenso ed espressivo di carne affumicata ed erbe aromatiche, sentori di grafite, cassis e more, con una nota leggermente boisé dettata dall’affinamento. E’ un’annata che reca una bella freschezza e una buona acidità, su cui il finale caldo ed elegante mette la sua incontrovertibile firma.
Château La Mission Haut Brion Blanc – Cru Classé de Graves Pessac Leognan AOP
Inserito tra i Cru Classés di Graves, lista stilata nel 1953, lo Château La Mission Haut-Brion si colloca nei pressi di Bordeaux ed in particolare nel comune di Talence nel Grave, e nella vicina Pessac di cui assume l’appellazione Pessac-Léognan.
Il nome onora i frati de la Mission, coloro che a partire dal XVI secolo rivestirono la tenuta di un prestigio che dura tuttora.
Il suolo ciottoloso è piuttosto particolare, e l’area vitata si estende per 21 ettari tra Pessac e Léognan, quasi equamente distribuita tra Cabernet Sauvignon e Merlot e con una produzione media che va dalle 6.000 alle 7.000 casse all’anno.
La versione bianca viene prodotta dal millesimo 2010.
Si tratta di un Domaine i cui vini sia Robert Parker che Jancis Robinson hanno ripetutamente premiato col massimo dei voti.
Millesimo 2018
E’ un blend di Sauvignon Blanc al 57,4% e di Sémillon al 42,6% quello che seduce, potente ed elegante, alla degustazione del millesimo 2018 de La Mission Haut-Brion Blanc: affinato per metà in fusti di quercia nuovi, per la seconda volta dal 2016 il Sauvignon Blanc appare più preponderante del consueto.
Si tratta di un vino che offre un complesso bouquet di frutta gialla, mango, kiwi e mela verde al naso. Al palato è straordinariamente bilanciato, tra sentori fruttati, di acacia, di confettura, di miele ed una leggera nota più speziata e vibrante sul finale.
Una tessitura quasi satinata accompagna verso una lunghezza decisamente gratificante e sensuale.
Tanto meraviglioso quanto cerebrale. E per tale motivo, eccellente.
Château Angelus St-Emilion 1er Grand Cru Classe A St-Emilion Grand Cru Aop
Saint-Emilion è uno tra i terroir più rinomati non solo di Bordeaux, ma della Francia tutta: in questa gemma del bordolese, ove i terreni sono di natura argillo-sabbiosi-calcarei e i vigneti sono incastonati in meravigliosi paesaggi, troviamo la proprietà di Château Angélus, classificato Premier grand cru classé (A) di Saint-Emilion dal 2012. La tenuta si trova dunque sulla cosiddetta riva destra di Bordeaux, nel dipartimento della Gironda, fondata nel 1782 dalla guardia del corpo reale Jean de Boüard Laforest e tuttora appartenente alla famiglia.
Il nome dello Château, così come le sue tre campanelle a simbolo, risalgono al suono con cui le campane delle tre chiese storiche della cittadina di Saint-Emilion poco lontana scandivano il giorno, la sera ed il lavoro nei campi. Attualmente consta di 23.4 ettari vitati per metà a Merlot e per il restante a Cabernet Franc, con una piccolissima percentuale di Cabernet Sauvignon. La produzione media del primo vino dello Château si attesta sulle 10.000 casse.
Millesimo 2018
Le bottiglie di quest’annata recano l’effigie di una fenice scarlatta, “perché come una fenice, la vigna è tesa ad un rinnovo perpetuo, ma ad ogni ciclo ciò che ci dona è sempre diverso”. E’ un simbolo che riscatta un’annata dalle condizioni climatiche complesse al punto da mettere in dubbio la riuscita di un intero anno di lavoro. Il rigore, la determinazione e l’attenzione sono ciò che ha permesso di affrontare una ad una le tante difficoltà.
L’assemblaggio è di Merlot al 65% e Cabernet Franc al 35%: se il primo mostra tutta la sua grande freschezza, del secondo sono state selezionate le piante nate su ceppi antichi di terroir argillo-calcarei.
Il colore è profondo, mentre al naso il sentore è di frutti neri; in bocca la struttura è densa e raffinata, dal tannino vellutato e con un elegante equilibrio.
“Così come la fenice risorge dalle proprie ceneri, così il 2018 emerge come un millesimo tanto improbabile quanto magnifico e generoso,” afferma lo Château. Si tratta in effetti di un Angélus che già ora stupisce per la persistenza del finale, e la cui conservazione in cantina non potrà che far emergere appieno il grande stile innato di questo vino.
Il 2018 segna inoltre altri due traguardi per il castello: per la prima volta si è lavorato tutto in conversione biologica. Vi è inoltre l’introduzione delle anfore per l’affinamento del vino, unitamente alle barrique.
Cogli l’opportunità di scegliere tra tutte le etichette che
hanno scritto la leggenda dei vini di Bordeaux.
Robert McDowell Parker Jr. è un critico enologico statunitense. Le sue valutazioni dei vini su una scala di 100 punti e la sua newsletter The Wine Advocate sono influenti nell’acquisto di vino e sono quindi un fattore importante nella definizione dei prezzi per i vini di Bordeaux appena rilasciati. Questo lo ha reso il critico enologico più conosciuto e influente al mondo.
RICHIEDI IL LISTINO DEI 100 PUNTI PARKER