La nostra selezione di Ottobre 2023
Château d’Yquem Premier Cru Supérieur – Sauternes
Unico Sauternes a potersi fregiare della Classificazione ufficiale del 1855, lo Château d’Yquem reca alle spalle una storia ancor più antica: si tratta infatti di una tenuta la cui cantina esiste sin dal Medioevo su territori appartenenti al Re d’Inghilterra, all’epoca anche Duca di Aquitania. La “Casa di Yquem” viene poi ceduta alla monarchia francese per uno scambio di territori, e affidata a Jacques de Sauvage nel 1593, di nobile discendenza. Già in questo periodo nella struttura vengono messe in atto pratiche vinicole peculiari, oltre che vendemmie tardive.
Nel 1785 il matrimonio che unisce l’erede dei Sauvage al figlioccio del Re dei Lur-Saluces fa confluire il castello a questi ultimi. Essi conservano la proprietà e la gestione del castello e delle vigne per secoli, affrontando alti e bassi e crisi di ogni sorta, fino all’avvento del Conte Alexandre de Lur Saluces: sotto la sua guida, una serie di innovazioni tecniche e rinnovamenti in vigna e in cantina consentono alla struttura di tornare a risplendere, tanto da suscitare l’attenzione del gruppo LVMH (Louis Vuitton Moet Hennessy) che lo acquista nel 1996, mantenendo Lur-Saluces alla direzione. Al suo pensionamento, è l’ex direttore di Cheval Blanc, Pierre Lurton, a prenderne il testimone, consegnando il castello verso un sereno futuro.
La fama di Yquem trascende i secoli: durante la sua visita, Thomas Jefferson definisce il Sauternes come “il miglior vino bianco di Francia e, al vertice di questi ultimi, vi è il nettare prodotto da Monsieur de Lur-Saluces.” Ne ordina così diverse bottiglie per sé stesso, senza mancare di aggiungerne qualcuna per il presidente statunitense George Washington.
Prodotto solo nelle annate ritenute meritevoli, si tratta di un vino che può raggiungere una longevità pressoché eccezionale, di cent’anni e anche più, mentre il colore dorato evolve verso sfumature caramello e il vino sviluppa complessi aromi secondari e terziari.
Millesimo 2020
L’annata reca un blend di Sémillon al 75% e di Sauvignon Blanc per il residuo 25%, con un residuo zuccherino di 135 g/litro, e si presenta di colore dorato pallido, trasparente ed elegante, con aromi di pesca bianca, lillà e caramello salato; vino di pieno corpo straordinariamente ricco al palato, denota una tensione impressionante e un’armonia altrettanto stupefacente.
Fragranti note speziate emergono lentamente dal bicchiere, lasciando spazio anche a zenzero e mandorla, tè al gelsomino e zafferano; densamente stratificato ed esotico, conduce a un finale di persistenti nuance minerali e persino gessose. Sensuale ed affabile già in gioventù, saprà tuttavia svelarsi al meglio solo con il tempo, dal 2025 al 2065 almeno.
Château La Fleur de Gay – Pomerol
Millesimo 2021
L’annata si caratterizza per un blend di tre diverse parcelle provenienti dalla parte alta della denominazione: quella di ghiaia Günzian posta su argilla Gay (46%), quindi la ghiaia alta su argilla Groupey (40%), e infine l’argilla Lafleur pura (14%), per una componente di Merlot al 95% e Cabernet Franc al 5%. Il riscaldamento globale incide su una fioritura marzolina piuttosto precoce e su un meteo instabile, tra episodi di gelate e la pressione della peronospora; ciononostante, il costante e meticoloso lavoro dello staff fa sì che in vendemmia emergano infine grappoli perfettamente maturi e connotati da una tavolozza aromatica piuttosto fresca. Le uve combinano struttura ed equilibrio a un buon frutto, e il vino affina poi in botti nuove al 65%.
Grazie alla stoffa vellutata del Merlot, ne emerge un nettare eccellente e setoso, caratterizzato da un frutto opulento che richiama note di cioccolato, spezie e tartufo, capace di tenere testa alle etichette più rinomate di tutta Pomerol.
Château Grand-Puy-Lacoste 5ème Grand Cru Classé – Pauillac
Le prime tracce del castello hanno riscontro attorno al 1737. Nella forma attuale invece è stato edificato nel 1855 grazie all’impulso dato da Pierre Frederic Lacoste, il quale aveva ereditato la struttura nel 1844. La dimora fu abitata sino al 1920 salvo poi essere, causa trasferimento nel centro di Bordeaux, abbandonata ad un declino arrestatosi nel 1979, quando Xavier Borie la riprende e riporta il castello ai fasti del XVIII secolo, apportandovi numerosi rinnovamenti tecnici e facendolo gravitare nell’orbita delle numerose proprietà della famiglia.
L’estensione dello Château oggi è di circa 90 ettari dei quali 62 vitati su un terroir di colline di ghiaia profonda; il Cabernet Sauvignon con il 75% domina sui restanti 20% di Cabernet Franc e il 5% di petit Verdot.
L’età media delle viti è di 38 anni, e sono 10.000 i ceppi per ettaro. Vendemmia manuale con affinamento di circa 16/18 mesi in botti di rovere francese, normalmente nuove al 75%.
Millesimo 2021
Brillante, incisivo e dotato di una stupefacente componente aromatica, l’annata 2021 di Grand-Puy-Lacoste è a dir poco favolosa, un esempio eccezionale di un vino dall’impronta classica e moderna al tempo stesso.
Millesimo caratterizzato da una delle più elevate percentuali di Cabernet nel blend, al naso evoca dunque eucalipto e rosa canina, violette e prugna, scatola di sigari e spezie; al palato il vino è ancora un po’ serrato in termini di frutto e acidità, ma è ben percepibile la tessitura fine e vellutata dei tannini, tanto persistenti quanto eleganti.
Con il suo cuore intenso e carnoso, questo nettare svela una personalità avvolgente e infinita.
La famiglia Borie offre su quest’annata un Pauillac dallo charme irresistibile, che appaga i palati più esigenti già in gioventù; è evidente tuttavia che esso necessiterà di alcuni anni per sfoderare il meglio di sè dopo un’adeguata sosta in cantina, potendo così acquisire ulteriore freschezza, mineralità e profondità.
Château Prieuré-Lichine 4ème Premier Cru Classé – Margaux
Fondato per i monaci della abbazia di Vertheuil in epoca romana, allo scopo di fornire assistenza alla parrocchia di Saint Didier de Cantenac, quello che all’epoca era conosciuto come Château du Prieuré de Cantenac godeva di una fama per i suoi vini già ampia alla fine del XIII secolo sotto il papato di Clemente V.
L’attuale nome di Château Prieuré-Lichine diviene tale da quando il “Papa del vino” Alexis Lichine nel 1951 acquista la struttura sulla riva sinistra di Bordeaux a Margaux; dopo la morte di Lichine e un breve passaggio nelle mani del figlio Sacha, la tenuta diviene parte del gruppo Ballande.
I vigneti di Château Prieuré-Lichine si estendono su una superficie di 85 ettari di un terroir ove predomina la ghiaia della Garonna, capace di catturare il calore del sole di giorno e rilasciarlo al meglio di notte, per una maturazione ottimale delle uve. L’età media delle viti è di 30 anni.
Millesimo 2021
Il blend è composto da Cabernet Sauvignon al 65%, Merlot al 30% e una piccola percentuale residuale del 5% di Petit Verdot.
Vendemmia manuale, selezione altrettanto manuale e ottica, tavola di selezione vibrante, malolattica in barrique: qui il vino poi sosta in fusti nuovi al 40% e di secondo passaggio per il restante 60%.
Ne emerge un Margaux che nel bicchiere racchiude tutta la potenzialità del terroir a cui appartiene: di colore rubino scuro profondo, al palato è invitante grazie a un frutto ben maturo e una struttura soave che evoca sentori erbacei e di cassis. Al naso si avvertono note terziarie terrose, animali e di tabacco, così come di frutti di bosco e spezie; il tutto è supportato da una buona acidità e anticipa un finale discretamente lungo e fine. Nel complesso, un nettare equilibrato, malizioso e soggiogante.