Elio Altare
Piemonte
Il nonno Giuseppe arrivò a La Morra nel 1948, la famiglia Altare era originaria di Dogliani. Acquistò circa 5 ettari, un po’ di vigneti di nebbiolo, barbera e dolcetto e poi tanti frutteti, a quel tempo rendevano più delle vigne. A seguito del primo viaggio in Borgogna nel 1976, Elio decise di cominciare a sperimentare altre strade in alternativa a quelle tradizionali. Deciso a dare una nuova interpretazione al vino, privilegiando l’eleganza, la finezza e l’equilibrio, adottò nuove tecniche di vinificazione ed affinamento finalizzate ad esaltare il vitigno ed il territorio. Oggi persegue il suo sogno la figlia Silvia.
Il nonno Giuseppe arrivò a La Morra nel 1948, la famiglia Altare era originaria di Dogliani. Acquistò circa 5 ettari, un po’ di vigneti di nebbiolo, barbera e dolcetto e poi tanti frutteti, a quel tempo rendevano più delle vigne. A seguito del primo viaggio in Borgogna nel 1976, Elio decise di cominciare a sperimentare altre strade in alternativa a quelle tradizionali. Deciso a dare una nuova interpretazione al vino, privilegiando l’eleganza, la finezza e l’equilibrio, adottò nuove tecniche di vinificazione ed affinamento finalizzate ad esaltare il vitigno ed il territorio. Oggi persegue il suo sogno la figlia Silvia.
Filosofia
Elio Altare fonda la sua filosofia produttiva su semplicità e naturalità. La sua viticoltura è pulita, non sono utilizzate sostanze chimiche o fertilizzanti, ma si impiega solamente zolfo, solfato di rame e letame biologico. Vengono utilizzati i propri lieviti indigeni e i vini non sono né filtrati né chiarificati. L’obiettivo è la tutela e il rispetto dell’ambiente.
Filosofia
Elio Altare fonda la sua filosofia produttiva su semplicità e naturalità. La sua viticoltura è pulita, non sono utilizzate sostanze chimiche o fertilizzanti, ma si impiega solamente zolfo, solfato di rame e letame biologico. Vengono utilizzati i propri lieviti indigeni e i vini non sono né filtrati né chiarificati. L’obiettivo è la tutela e il rispetto dell’ambiente.
Territorio
Per conoscere i grandi Cru del Barolo bisogna osservare le colline delle Langhe quando le nevi se ne vanno. Gli appezzamenti dove si sciolgono per prime sono i Cru più pregiati, tra questi c’è l’Arborina. Sono circa una decina di ettari vitati a Nebbiolo, a un’altitudine che oscilla tra i 250 e 320 metri. Il terreno è costituito dalle Marne di Sant’Agata appartenenti al periodo Tortoniano, si tratta di argille miste a sabbia finissima e calcare. Il Barolo Arborina si differenzia dagli altri Cru soprattutto per le sue note eleganti, supportate da un fine bouquet, intenso e armonico.
Territorio
Per conoscere i grandi Cru del Barolo bisogna osservare le colline delle Langhe quando le nevi se ne vanno. Gli appezzamenti dove si sciolgono per prime sono i Cru più pregiati, tra questi c’è l’Arborina. Sono circa una decina di ettari vitati a Nebbiolo, a un’altitudine che oscilla tra i 250 e 320 metri. Il terreno è costituito dalle Marne di Sant’Agata appartenenti al periodo Tortoniano, si tratta di argille miste a sabbia finissima e calcare. Il Barolo Arborina si differenzia dagli altri Cru soprattutto per le sue note eleganti, supportate da un fine bouquet, intenso e armonico.
I vini
Elio Altare
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