La nostra selezione di Dicembre 2022
Chateau Les Carmes Haut-Brion – Pessac-Léognan
Nel 1584, Jean de Pontac, signore di Haut-Brion, dona diversi ettari di vigneti e prati all’Ordine dei Carmelitani, che prende il nome dal Monte Carmelo, letteralmente “vigna di Dio”. I religiosi custodiranno il terroir per quasi due secoli, prima della confisca durante la Rivoluzione Francese.
La tenuta viene poi acquistata da Léon Colin nel 1840, e i suoi discendenti lavorano per anni per valorizzare la proprietà, che dotano di un castello e di un parco paesaggistico di stagni e boschetti, prima di venderla a Patrice Pichet nel 2010.
Il Domaine de Les Carmes Haut-Brion gode dunque di una posizione privilegiata, ove la natura si sviluppa armoniosamente in un bellissimo ecosistema preservato ed il clima assiste le viti nella massima mitezza.
I dieci ettari di terreno svelano un terroir di ghiaia, argilla e sabbia: su questa tavolozza geologica unica, sono le affinità del territorio a guidare i vitigni di Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Merlot, un mosaico che stabilisce il profilo atipico della tenuta.
Attraverso una costruzione a forma di nave di metallo posta sul letto del fiume Peugue, la cantina emerge, onirica, al centro della proprietà: la prua della nave ricorda a Bordeaux i suoi trascorsi di navigazione, poiché qui il mare ha determinato la fortuna di vini che hanno fatto il giro del mondo.
L’area di ricezione della vendemmia si apre sulla tinaia: vi fermentano 1.200 ettolitri in cuve di legno, acciaio inox o cemento. Sotto, dove l’acqua circonda la struttura, ci sono circa 300 botti alloggiate in condizioni ideali per l’invecchiamento. Infine, una sala degustazione corona il piano più alto, con vista sul vigneto.
Millesimo 2018
Composto da Cabernet Franc al 37%, Cabernet Sauvignon al 34% e Merlot al 29%, Les Carmes Haut-Brion 2018 è stato prodotto utilizzando il 52% di grappolo intero, con un residuale di 13,75% di alcol e un affinamento di almeno 18-24 mesi.
Di colore violaceo intenso, il vino si presenta leggermente meditabondo all’inizio, crescendo lentamente per rivelare note di carbone, carni affumicate, tartufo e terra lavorata su un nucleo di lamponi neri, calde amarene, coulis di more e gelatina di ribes rosso. Les Carmes Haut-Brion 2018 regala inoltre sentori di Provenza e minerali ferrosi, in un vino di pieno corpo dai tannini solidi e granulosi, e un finale lungo e minerale.
Chateau Cantemerle – 5° Grand Cru Classé Haut Médoc
Castello fortificato, Cantemerle faceva parte della linea difensiva posta a difesa della Gironda.
Il manoscritto più antico cita i Signori di Cantemerle già nel 1147: si tratta del famoso “Grand Cartolario” dove venivano registrate tutte le transazioni della comunità monastica dell’abbazia della Sauve Majeure.
Nel 1242 troviamo i signori di Cantemerle guerreggiare al fianco del Re Enrico III d’Inghilterra. Molti proprietari si alternano in seguito, portando Cantemerle ad un livello tale che nel 1855 venne insignito del 5° livello della classificazione del Médoc.
Tra il 1892 ed il 1981 la famiglia Dubos, molto attiva sia nel sindacato dei Crus Classés del Médoc che come negozianti, conduce il castello sino alla vendita della proprietà al gruppo assicurativo-mutualistico SMA. Oggi grazie all’opera di Philippe Dambrine, l’estensione vitata è di 93 ettari, dei quali 90 in produzione.
I vitigni sono così distribuiti: 64% Cabernet Sauvignon, 27% Merlot, 5% Cabernet Franc e 4% Petit Verdot.
La densità è di circa 8.300 piedi per ettaro. Metodo di allevamento della vigna: Guyot doppio del Medoc, con vendemmia manuale molto selettiva. Produzione media: 400.000 bottiglie per anno.
Millesimo 2020
Questa bella tenuta produce un vino ricco e potente, dal notevole potenziale.
L’assemblaggio di 58% Cabernet Sauvignon, 29% Merlot, 7% Cabernet Franc e 6% Petit Verdot affina in tini di legno, inox e cemento per 12 mesi circa in barrique di rovere francese nuove al 40%.
Di color cremisi scuro, il suo aroma distintivo evoca cassis e prugna selvatica, note floreali di peonia e anche il profumo più disteso del Cabernet Franc e del Petit Verdot. In bocca è carnoso e fresco, dai tannini morbidi e dagli aromi complessi, con una austerità di fondo che lo rimanda ad un tempo più lungo di affinamento.
E’ una bottiglia per il domani, con una dolcezza fruttata di rovere sul finale.
Chateau Coutet – Premier Cru Barsac
Un triangolo d’oro formato dall’oceano, dal fiume e dalla foresta, attraversato dal fiume Ciron: è lì che si trova il terroir di Château Coutet, il quale porta le peculiarità del luogo e uno stile acuto che potrebbe spiegare l’origine stessa del nome del castello derivante da ‘couteau’, ovvero coltello.
Costruito inizialmente come fortezza, Château Coutet reca ancora l’impronta delle sue origini medievali, dato che la torre quadrata con la sua merlatura, situata al centro del cortile, è tipica delle costruzioni militari dell’epoca.
La storia di Château Coutet come azienda vinicola inizia nel 1643, quando Charles Le Guérin, noto come Signore di Coutet, ne fa uno dei primi vigneti della denominazione Sauternes; la tenuta rimane nelle mani dei suoi discendenti fino al 1788.
Thomas Jefferson riconosce Château Coutet come “il miglior Sauternes di Barsac”.
Gabriel-Barthelemy Romain de Filhot acquisisce il castello poco prima della Rivoluzione francese e in seguito a quei moti la tenuta passa al nipote, il marchese Romain-Bertrand de Lur-Saluces, già proprietario di Châteaux d’Yquem, di Fargues, Filhot e Malle, e dunque il più grande produttore di vino bianco dolce al mondo all’epoca.
La classificazione del 1855 riconosce frattanto ufficialmente Château Coutet come un Premier Grand Cru Classé della denominazione Barsac.
Château Coutet rimane dei Lur-Saluces fino al 1920, quando subentra l’acquisizione da parte di Henry-Louis Guy, un industriale di Lione, quindi di Marcel Baly, originario dell’Alsazia, nel 1977. Le famose presse idrauliche Guy & Mittal sono in uso ancora oggi per l’estrazione del succo dalle migliori uve della tenuta.
Nel 1994, i due figli di Baly concludono un accordo con il barone Philippe de Rothschild, tanto che il team di vinificazione di Coutet può ora godere dei consigli da parte dello staff tecnico di Château Mouton Rothschild.
Millesimo 2010
Prodotto tramite un assemblaggio di 75% Sémillon, 23% di Sauvignon Blanc e 2% di Muscadelle, Château Coutet affina in fusti di quercia 100% francese per 18 mesi.
Di colore giallo limone, al naso esplode con note di ananas, mango e meringa al limone, tocchi di miele d’acacia, cera e yuzu. Opulento in bocca, il palato decanta la forza degli agrumi e di frutta tropicale, terminando con un finale lungo e mielato.
I vini di questo château combinano eleganza, qualità e una vivacità inimitabile. Un lungo periodo di invecchiamento gioverà loro ancor di più, per potersi esprimere al meglio.
Chateau Clos Fourtet – Premier Grand Cru Classé B Saint Emilion
Situato sulla sommità della collina calcarea di Saint Emilion, Clos Fourtet gode di una posizione tra le più belle e di una fama tra le più consolidate. Una superficie di venti ettari vitati funge da corona a una casa raffinata ma borghese, datata alla fine dell’Ancien Régime. Il “piccolo fortino”, come suggerisce il nome, ha un profilo modesto ma che da sempre si affaccia sulla cittadina di Saint-Emilion, sorvegliandone la pace in tempi prosperi, e proteggendola dagli attacchi in tempi di guerra.
La più peculiare caratteristica di Clos Fourtet è di essere per l’appunto qualificato come “clos”, con i vigneti cintati da muretti a protezione delle uve.
Nelle sue cantine sotterranee scavate nella roccia, tanto estetiche quanto funzionali, il vino in barrique e in bottiglia affina nel rispetto della tradizione.
La famiglia Cuvelier ha acquistato lo château, optando per affinare il vino con l’uso al 75% di fusti nuovi.
Le bottiglie prodotte nella media risultano 100.000, l’assemblaggio è di 85% Merlot, 10% Cabernet Sauvignon e 5% Cabernet Franc.
Eletto a Premier Grand Cru Classé di Saint-Emilion nel 1956, il terroir di Clos Fourtet si esprime in perfetto accordo con la natura, attraverso trattamenti organici e biodinamici, per ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente circostante.
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Millesimo 2020
L’annata 2020 deriva da un blend di Merlot al 90% e piccole componenti di Cabernet Sauvignon (7%) e Cabernet Franc (3%).
L’inverno si presenta caldo e piuttosto umido, consentendo l’accumulo di riserve idriche: una vera manna per i terreni, ancora sofferenti per la pregressa siccità del 2019.
Si assiste dunque a una germogliazione precoce, con una primavera calda e altrettanto umida.
L’inizio dell’invaiatura si ha a metà luglio e l’estate è più calda del consueto: settembre si caratterizza inoltre per le sue fresche nottate, cosa che permette lo sviluppo ottimale dell’acino con la sua migliore espressione aromatica.
Di colore rosso profondo dai riflessi porpora scuro, il vino si presenta sontuoso al naso, ricco e avvolgente, con intense note di fichi maturi, prugne, more e violetta. I tannini appaiono avvolgenti e cremosi e Clos Fourtet seduce per la sua persistenza aromatica e la sua elegante complessità.
La bevuta è al di là della sete, quasi inneggiante al susseguirsi, bandito il rifiuto ad altro assaggio, un piacere senza fine.