La nostra selezione di settembre 2024
Château Clos Fourtet – Premier Grand Cru Classé B – Saint Emilion
Situato sulla sommità della collina calcarea di Saint Emilion, Clos Fourtet gode di una posizione tra le più belle e di una fama tra le più consolidate.
Una superficie di 20 ettari vitati funge da corona a una casa raffinata ma borghese datata alla fine dell’Ancien Régime. Nell’antichità sono stati i signori di Figeac i primi a lavorare la vigna in questo terroir all’epoca a malapena arabile, ma caratterizzato da una eccellente capacità di drenaggio.
Nelle sue cantine sotterrane scavate nella roccia, il vino in barrique e in bottiglia affina oggi nel rispetto della tradizione. La famiglia Cuvelier ha acquistato lo château, optando per l’uso di fusti nuovi al 75%. Nella media le bottiglie prodotte annualmente si attestano sulle 80.000 unità, con assemblaggio: 85% Merlot, 10% Cabernet Sauvignon, 5% Cabernet Franc.
Millesimo 2021
Dominato dal Merlot, il blend include anche un 7% di Cabernet Sauvignon e un 3% di Cabernet Franc, affinato in fusti di quercia nuovi per metà, per un periodo che va dai 14 ai 18 mesi.
Di colore rubino profondo con riflessi prugna, al naso si presenta sontuoso, ricco e avvolgente, con note gessose, minerali e di grafite. E’ un Saint-Emilion di medio corpo che offre ampiezza e concentrazione di tannini e una discreta densità al palato; il suo stile diritto e lineare si estende anche al finale, strutturato e vibrante di pura energia. Un successo brillante per il castello, per un vino luminoso già in gioventù, che saprà evolvere con una grazia innegabile.
Château Pichon Baron – 2ème Grand Cru Classé – Pauillac
Lo château venne edificato nel corso del XVII secolo, denominato il grande secolo, per festeggiare la salita al trono nel 1661 di Luigi XIV.
Pierre de Mezures de Rauzan, grande negoziante, e gestore allo stesso tempo di Château Latour e Margaux, acquista delle vigne nel 1689 a ridosso di Latour per creare l’Enclos de Rauzan. Le vigne entreranno nella dote di sua figlia Thérèse al momento delle sue nozze con il Barone Jacques François Pichon de Longueville nel 1694. Il castello resterà per molte generazioni alla stessa famiglia, fino quando poi nel 1850 la proprietà verrà divisa in due parti. La parte ereditata da Raoul diverrà Château Baron, la parte ereditata dalle tre sorelle diverrà Pichon Comtesse.
Fiero del suo castello, il Barone Raoul costruirà le due torri che ancora oggi caratterizzano la proprietà.
Nel 1855 il castello riceve la nomina a Secondo Grand Cru Classé.
Oggi è proprietà di AXA, la quale per onorare l’acquisto, attraverso il centro Pompidou lanciò un concorso di architettura per la nuova cantina nel 1987: oggi questo capolavoro interrato è considerato una delle più belle opere architettoniche di tutta la Francia.
Millesimo 2018
Questa è davvero un’espressione allettante, pura e vibrante di Pauillac, grazie al suo blend di 78% Cabernet Sauvignon e 22% Merlot, che affina per 18 mesi in fusti nuovi all’80%.
Metà della vendemmia di quest’annata confluisce nella produzione del primo vino del castello, che si esprime su un colore granato profondo; aromi di cassis, conserva di ciliegie, spezie, caffè espresso e frutti di bosco esplodono dal bicchiere al naso.
E’ un vino di medio corpo, piuttosto denso e concentrato, con tannini impressionanti che si estendono al palato; nel complesso la struttura è ricca e strutturata e predispone a un’ottima longevità nel tempo.
La Croix de Gay – Pomerol
Nel comune di Pomerol, il cammino di Compostela e quello di Chantecaille s’intersecano al crocicchio su cui è posta una solida croce scolpita da un unico blocco di pietra: è a forma di croce di Malta, emblema dell’ordine dei celeberrimi Ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme. Prima che Carlo V donasse loro l’isola di Malta, infatti, è proprio nella zona tra Pomerol e Lalande che già nel XII secolo si trovava un loro ricovero per i pellegrini. Oggi la croce di pietra, meglio nota come Croix de Gay, fa parte dell’elenco dei monumenti storici di Francia; il castello omonimo che giace innanzi, invece, è stato costruito con le pietre di un’antica chiesa romanica del XI secolo andata distrutta nel XIX secolo. Nella cantina de La Croix de Gay a tutt’oggi è possibile visionare un timpano datato 1898.
Le origini della famiglia Lebreton, proprietaria della tenuta, si rinvengono proprio nella frazione di Pignon a nord dell’appellazione Pomerol, che fa angolo col fiume Barbanne; si tratta, con ogni probabilità, dello storico villaggio nel cuore di Pomerol sulla via che conduceva da Saint-Emilion a Guîtres. E’ qui che nel 1477 gli antenati dei Raynaud-Lebreton ricevono alcune terre in affido direttamente dai Cavalieri di Malta.
Secondo registri documentati, essi coltivano la vite sin dal 1772; si tratta dunque di una delle famiglie di vignaioli tra le più antiche di Pomerol.
Il perfezionamento della qualità del vino, dopo la Seconda Guerra Mondiale, si deve in buona parte a Noël Raynaud: ossessionato dalla ricerca della qualità massima e capace di ottenere vinificazioni sofisticate, negli anni 70′ vede finalmente i suoi sforzi premiati. Alla Croix de Gay vengono infatti assegnate diverse medaglie d’oro e d’argento ai concorsi di Parigi; nel 1982 il castello viene ammesso presso la prestigiosa Unione dei Grand Cru Classé di Bordeaux.
Millesimo 2020
L’assemblaggio di Merlot (97%) e Cabernet Franc (3%) offre uno Château La Croix de Gay 2020 che conquista per la sua struttura, aprendosi attraverso sentori di prugna, cioccolato, lillà e spezie indiane. Al palato si presenta come un vino morbido e setoso, fresco, di medio-corpo, di frutta stratificata e cremosa; sa mostrare tutta la sua natura di Pomerol nella sua buona acidità, nel tannino e finale, equilibrato ed esteso.
La raccolta delle uve avviene a mano, la malolattica si ha in parte nelle barrique e l’affinamento viene effettuato in barrique nuove per metà. Da gustare preferibilmente dal 2023 al 2040 almeno.
Château Pape Clément Rouge – Appellazione Graves – Pessac Léognan
Pochi castelli dell’area bordolese possono vantare natali nobili come lo Château Pape Clément.
Conosciuto come uno dei Grand Cru più antichi di Bordeaux, la prima vendemmia data 1252, e le vigne di questa zona del villaggio di Pessac sono frutto di un dono di Bertrand De Goth, di origine olandese: curioso come nel nome del castello vi fosse dunque già impresso un destino preciso, dal momento che l’uomo diviene Papa nel 1305 con il nome di Clemente V, sotto la reggenza e la protezione di Filippo Il Bello, in un conclave tenutosi a Perugia dopo undici mesi di sede vacante.
E’ proprio Clemente V a sopprimere l’ordine dei Templari e trasferire la sede Papale ad Avignone in Francia. Con la bolla Papale “Super Specula” istituisce inoltre l’attuale Università degli studi di Perugia.
Il castello viene acquistato nel 1980 da Bernard Magrez, nome altisonante nella galassia dei vini di pregio in Francia: da uomo amante del bello dell’arte e della musica, egli ha operato ogni sforzo possibile per rendere omaggio nel modo migliore a questo pezzo invidiabile di storia francese. Dalla vigna, dove il rispetto e l’abbandono dei diserbanti fanno intuire la sensibilità di M.eur Magrez, alle piccole cuve che sono strutturate per accogliere ogni parcella così che si possa ottenere da ogni pezzo di terra la migliore qualità.
E’ un vino che spesso viene incoronato con i 100 punti dal famoso avvocato di Baltimora.
Superficie: 60 ettari. Bottiglie: 100.000 mila in rosso, 10.000 in bianco.
Millesimo 2016
Il vigneto appartiene alla denominazione Pessac-Léognan e in maniera più allargata alla zona del Graves.
Il motto del castello è: “quando l’innovazione incontra la tradizione, in un territorio di eccezione” e lo si rinviene nel modo di coltivare ogni singola vigna e ogni piccola parcella.
Quella del 2016 è un’annata che concilia ricchezza, finezza e potenza: la primavera piovosa e l’estate molto secca consentono al Cabernet Sauvignon di maturare come non accadeva da anni, gettando le premesse per un vino eccezionale. La critica considera infatti questo millesimo come uno dei tre migliori in assoluto dell’intera storia di Pape Clément.
L’assemblaggio composto di 50% Cabernet Sauvignon, 50% Merlot denota infatti un vino dal naso sublime, tutto giocato in freschezza, con una densità al palato caratterizzata da una finezza degna di nota. Note di frutti rossi, di cassis, tartufo, caffé ed appena un tocco di lavanda svelano una materia rotonda dalla grana fine, un frutto muscoloso, tannini setosi e serrati: in breve, un vino dalla potenza magnifica, che culmina in un finale dalla lunghezza eccezionale, leggermente salino e minerale.
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hanno scritto la leggenda dei vini di Bordeaux.
Robert McDowell Parker Jr. è un critico enologico statunitense. Le sue valutazioni dei vini su una scala di 100 punti e la sua newsletter The Wine Advocate sono influenti nell’acquisto di vino e sono quindi un fattore importante nella definizione dei prezzi per i vini di Bordeaux appena rilasciati. Questo lo ha reso il critico enologico più conosciuto e influente al mondo.