Tappero Merlo

l’Erbaluce del Canavese

 

 

 

Ci troviamo a Parella, comune di 490 abitanti, situato nella zona del canavese. Qui Domenico Tappero Merlo ha voluto ripartire dalle proprie radici. La sua infatti è stata una famiglia contadina dedita da generazioni alla viticoltura. Dopo un’importante esperienza imprenditoriale nel mondo del software, nel 2001 ha deciso di dedicarsi ad una nuova avventura sempre nella sua terra, ripiantando i vigneti di famiglia, acquistandone altri e destinandoli alla sperimentazione dell’Erbaluce. Desiderava che questo vitigno fosse il suo compagno di viaggio, valorizzandolo, facendolo conoscere, diffondendone la sua incredibile storia che lo caratterizza nel mondo. Voleva narrare la storia della sua terra attraverso l’Erbaluce e cosi, parallelamente al reimpianto dei vigneti, decise di arricchire la sua cultura vinicola diventando prima sommelier e poi relatore del suo territorio.

 

 

“Credo che chi non ami la propria terra non abbia rispetto dei propri avi e della fatica che hanno dovuto fare per renderlo vivibile. Da queste premesse parte la mia personale battaglia di valorizzare l’Erbaluce praticando una viticoltura che fosse testimone di un ritorno “moderno” all’artigianalità” 

 

                                                                                                                                                        Domenico Tappero Merlo

 

 

 

 


 

Kin – Erbaluce di Caluso DOCG

 

 

Domenico sognava di produrre un Erbaluce diverso dal solito. Un bianco da invecchiamento. Un vino che sapesse esaltare le caratteristiche del territorio e racchiudesse l’essenza dell’anfiteatro morenico e la forza del ghiacciaio che lo aveva generato. Un vino da assaporare nel tempo.

 

“KIN era mio nonno. Un uomo semplice dai grandi ideali, dalla vita scandita dai tempi di vigna e cantina, perché nulla era più importante del suo vino, del suo Erbaluce. Era un artista. La vigna era la sua tela, l’Erbaluce il suo pennello, il sole, la pioggia, il terreno i suoi colori. Ho ereditato da lui la passione per la vigna, la cura dei particolari cercando di interpretare al meglio la sua filosofia che si esprimeva con gesti semplici, di antica saggezza ed un profondo rispetto per la natura.”

                                                                                                                                                       Domenico Tappero Merlo

 

 

 

La prima fermentazione si avvia spontaneamente su lieviti indigeni in una botte di rovere di Slavonia da 40 hl e si conclude in botti da 20 hl di rovere di Allier , dove KIN matura ancora per altri 18 mesi. Chiarifica e filtrazione nel massimo rispetto dell’integrità del vino. Segue poi ancora una permanenza in bottiglia da 1 a 2 anni.

 

Giallo paglierino intenso, di grande vivacità e consistenza.

 

Al naso un’avvolgente ed elegante nota di salvia si fonde ad intriganti sentori balsamici e speziati che rendono ancora più complesso il profilo olfattivo, di chiara matrice minerale, alternando in successione sfumature agrumate, floreali e di erbe spontanee.

 

In bocca si alternano armonicamente freschezza e sapidità fino a fondersi in un finale morbido e caldo dai rimandi agrumati. Lunga persistenza e grande equilibrio per un vino di grande longevità che potrà ancora evolvere facendo emergere sempre più il suo animo alpino con una netta impronta minerale se si avrà la pazienza di farlo riposare in una fresca cantina.

 

 

 

 

 

 

 


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