
Nel XV secolo, Adhémar de Massaut costruì il castello sulle rovine di un’antica casa fortificata. Situato su un pendio stratificato “grèze” affacciato sul fiume Lot, il castello venne chiamato Château Lagrézette. Quasi dimenticato negli anni ’30 e avvolto da un manto di viti selvatiche, fu riscoperto nel 1979 dall’uomo d’affari Alain Dominique Perrin. Acquistata la proprietà l’anno successivo, Perrin avviò un imponente restauro, restituendo al domaine la sua vocazione originaria: la produzione di vino. Il suo amore per la regione, la cultura e la tradizione ha contribuito a rendere i vini di Château Lagrézette universalmente apprezzati in Francia e all’estero.
Tutto inizia con un’attenta coltivazione del Malbec, a cui si uniscono il savoir-faire delle persone in cantina e il ruolo fondamentale del terroir. La tenuta vanta una cantina moderna, costruita nel 1992 per garantire la massima qualità del vino. Lo chai, sviluppato su tre livelli, consente il trasferimento per gravità, evitando l’uso di pompe e preservando l’integrità delle uve. Alla base dei grandi vini dello Château non ci sono solo strutture all’avanguardia, ma anche persone con una profonda conoscenza del territorio, capaci di interpretare i cambiamenti climatici, lavorare il suolo e catturare le diverse sfumature aromatiche del vino.
I vigneti, coltivati sin dal XV secolo, sono stati progressivamente reimpiantati. Nel 1980, Perrin ha ridato splendore all’antico vigneto di Pigeonnier. Gli appezzamenti si estendono per 90 ettari lungo il fiume Lot, su terreni composti da limo e argilla, ghiaia e calcare risalente al periodo di Kimmeridge. Il Malbec è il vitigno predominante, conferendo ai vini di Lagrézette potenza ed eleganza.
