Blason d’Issan – Second Vin del 3ème Grand Cru Classé – Margaux
Le origini di Château d’Issan rimontano al territorio feudale di La Mothe-Cantenac, all’interno del quale era ricompreso nel XII secolo. Dopo vari passaggi di mano e trasmissioni tramite matrimoni o eredità, la proprietà giunge nel 1575 alla famiglia Essenault, la quale vi rimane per cinque generazioni, e rinomina la struttura contraendo il cognome di ‘Essenault’ in ‘Issan’.
La reputazione del vino precede di molto il prestigioso riconoscimento all’interno della classifica bordolese del 1855: è questo nettare a essere infatti servito in tavola il 18 maggio 1152, durante il matrimonio di Eleonora d’Aquitania con Enrico Plantageneto, futuro re d’Inghilterra.
Gli elogi per Issan giungono anche dal padre dei broker bordolesi Labadie, nonché dall’allora ambasciatore statunitense Thomas Jefferson e poi dall’imperatore Francesco Giuseppe, che ne fa il suo vino preferito e lo invita alla corte d’Austria. E’ proprio il sovrano a coniare il motto della tenuta, che campeggia a tutt’oggi in etichetta: “Regum mensis aris que deorum”, ovvero ‘per la tavola dei re e l’altare degli dei’. Il castello soffre l’abbandono dopo la Rivoluzione Francese e tra le due guerre mondiali, ma conosce nuova luce a partire dal 1945 grazie alla famiglia Cruse, quindi dal 2012 con la partnership suggellata con la famiglia Lorenzetti. Gli attuali 59 ettari di terreno si estendono tra Margaux, l’Haut-Médoc e Bordeaux.
Il Blason d’Issan è il secondo vino prodotto al castello sin dal 1995, utilizzando uve delle vigne più giovani ma rimarcando l’identità del terroir di Margaux.
Millesimo 2020
Già pronto a bersi, all’occhio si offre di un color rosso intenso dai riflessi violacei; al naso evoca frutti di bosco, ciliegie, caffè e cioccolato accanto a note vanigliate, di lavanda e violetta e un carattere speziato e balsamico.
Il blend di 57% Merlot, 40% Cabernet Sauvignon e 3% Petit Verdot svela un vino di medio corpo ben bilanciato, dalla struttura notevole, con tannini morbidi e rotondi. In bocca l’attacco è franco e fruttato, associato a una piacevole freschezza e a quell’acidità che ne consente la custodia nel tempo. L’impressione è solida, con un finale denso, gustoso e decisamente energico.
