Château Lafaurie-Peyraguey

Cru Classé Sauternes & Barsac

Sullo sfondo di Lafaurie-Peyraguey si nota il castello di Yquem, e la storia di Lafaurie non è di retaggio meno antico: il fortino militare del XXIII secolo noto come Château Pichard diviene bene nazionale dopo la Rivoluzione Francese ed è venduto all’asta ai signori Mauros e Lafaurie. E’ proprio quest’ultimo a portare avanti la produzione di vino, la cui reputazione cresce con una solidità tale da far meritare alla tenuta l’ottenimento del terzo posto nella classificazione dei Sauternes del 1855, subito dietro a Yquem e La Tour Blanche. Dopo la morte di Lafaurie, sono numerosi i passaggi di mano nel giro di pochi decenni; la famiglia Cordier acquista il castello nel 1917 e ne avvia una moderna ricostituzione. Nel novembre 2023 il gruppo della cristalleria di lusso Lalique acquista la maggioranza della proprietà, che attualmente si estende su 37 ettari vitati a Sémillon al 93%, Sauvignon blanc per il 6% e 1% di Muscadelle; la produzione media annua è di 6.000 – 7.000 casse per tipo.

L’emblema di Lalique è cesellato su ciascuna bottiglia, il cui peculiare design riprende una delle incisioni più iconiche di René Lalique, il mastro vetraio fondatore del marchio: se nel 1928 “Femme et raisins” era nato come pezzo decorativo all’interno di uno storico treno espresso di lusso transalpino, esso trova ora rinnovata prospettiva vestendo la raffinatezza del Sauternes.

 

Millesimo 2022

Sauvignon Blanc al 95% e una piccola componente di Sémillon al 5% compongono il blend di un’annata dal limpido colore giallo paglierino, il cui frutto si mostra denso e incredibilmente concentrato, di impressionante profondità e potenza. Svela note di mango, ananas, zenzero candito, albicocche, miele fiori d’arancio. Al palato è ricco e speziato, con una vivace spina dorsale a conferire un bell’equilibrio; il finale appare a dir poco epico, con un potenziale che può divenire leggenda.

La fermentazione avviene in barrique per due settimane, mentre l’affinamento dura per cinque mesi; sono 260 i grammi/litro di zucchero residuale, il doppio di un’annata consueta.