
Secondo la leggenda, la cittadina di Saint-Émilion deve il suo nome a Emilion, un monaco bretone che, dopo una vita caratterizzata da miracoli ed esempio spirituale, nel 750 decise di ritirarsi dal mondo e rifugiarsi in una grotta naturale. Questo luogo sacro corrisponde oggi alla Chapelle de la Trinité. Nel 1950, Emile Castéja ha dato vita a un Saint-Émilion su misura, e ancora oggi La Chapelle de la Trinité è l’unica azienda vinicola autorizzata a raffigurare la cappella e a utilizzarne il nome.
La Chapelle de la Trinité incarna la tradizione di Saint-Émilion, frutto di una rigorosa selezione di vitigni autoctoni e di attente degustazioni curate da esperti. Il processo di vinificazione prevede la fermentazione in vasche d’acciaio, seguita dalla fermentazione malolattica. Per l’affinamento, l’obiettivo è valorizzare il carattere fruttato del vino: l’85% del prodotto matura per 6 mesi in vasche d’acciaio, mentre il restante 15% riposa in botti di legno. La famiglia Castéja, grazie alla sua esperienza, garantisce un vino di qualità eccellente e costante nel tempo.
Saint-Émilion è una cittadina pittoresca, situata sulle pendici di una collina nella valle della Dordogna. La sua storia vitivinicola affonda le radici nell’epoca romana, quando i legionari impiantarono le prime vigne. Successivamente, il retore gallo Ausonio la scelse come residenza. Nel 1999, Saint-Émilion è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. L’area dell’appellazione comprende nove comuni, caratterizzati da una straordinaria varietà di suoli: sabbia, argilla e calcare compongono un mosaico geologico unico in Francia. Il vitigno dominante è il Merlot, conosciuto localmente come “Bouchet”, che dà vita a vini di grande eleganza e profondità.
