La Clarté de Haut-Brion

La Clarté de Haut-Brion – Second Vin blanc del Premier Grand Cru Classé – Pessac-Léognan 

Il territorio era già noto in epoca romana, grazie al rinvenimento di una moneta romana risalente all’epoca dell’Imperatore Claudio. Nel 1521 esso viene riconosciuto come Cru grazie alla preziosa opera svolta da Jean de Pontac. Alla sua morte, avvenuta a 101 anni il 5 aprile 1589, egli possedeva metà della superficie vitata attuale del bordolese. In vita, l’uomo ha attraversato ben 5 regni: Luigi XIII, Francesco I, Enrico II, Carlo IX,  Enrico. Da M.eur Fumel a Tayllerand, lo Château ha visto personalità straordinarie avvicendarsi alla sua testa, e ambasciatori del gusto quali Thomas Jefferson.

Nel 1934 il banchiere newyorkese Clarence Dillon visita Haut-Brion e ne decide l’acquisto nel 1935. Oggi, giunto alla quarta generazione, lo Château è condotto dal Principe Roberto di Lussemburgo.

Il vigneto si estende su 51 ettari vitati dei quali 48 a bacca rossa (Merlot Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc) e tre a bacca bianca (Sémillon e Sauvignon); il castello non acquista le barrique all’esterno, producendo invece tutte le proprie botti internamente.

Il suo vino bianco è il più costoso e ricercato di Bordeaux, prodotto in appena poche centinaia di casse ogni anno.

La Clarté de Haut-Brion è il secondo vino bianco della tenuta, introdotto a partire dal 2009 e prodotto con uve provenienti sia da Château Haut-Brion che da La Mission Haut-Brion, in quanto anch’essa di proprietà della famiglia Dillon.

Millesimo 2021

Questa versione a bacca bianca proveniente dal celebre Château Haut-Brion è una cuvée composta da Sémillon al 56% e da Sauvignon blanc al 44%, che affina in barrique per metà nuove. Fino al 2009 il vino era denominato Les Plantiers du Haut-Brion, e si può definire il secondo vino bianco tanto di Haut-Brion quanto della tenuta confinante Château La Mission Haut-Brion.

L’annata si caratterizza per un inverno mite seguito da gelate tardive primaverili, che fortunatamente hanno risparmiato la maggior parte degli appezzamenti del castello; lo sviluppo della vite viene rallentato dalle cospicue piogge primaverili, mentre l’estate calda e secca consente alle uve di godere delle condizioni ideali per affinare la maturazione.

Di colore giallo tenue dai riflessi verdi, il vino offre note rinfrescanti di limone e di fiori bianchi al naso, premessa per un attacco invero ricco e cremoso, con una struttura armoniosa, elegante e piuttosto carnosa; ben bilanciato, termina in un finale piacevolmente salino e persistente.