
Tappero Merlo
Piemonte

Dopo un importante avventura imprenditoriale nel mondo del software, Domenico Tappero Merlo ha voluto ripartire dalle sue radici, tornando a coltivare le vigne di famiglia come avevano fatto per generazioni i suoi avi. Da loro ha ereditato la passione e la cura dei particolari, interpretando al meglio quella filosofia che si esprimeva con gesti semplici, di antica saggezza ed un profondo rispetto per la natura. Sognava di produrre un Erbaluce diverso dal solito. Un vino longevo, da assaporare nel tempo, un vino che racchiudesse la storia di un territorio e delle sue genti, che racchiudesse in ogni sua goccia l’austera essenza delle Alpi valdostane e fosse di raccordo col nobile passato enoico della sua terra: il Canavese.

Dopo un importante avventura imprenditoriale nel mondo del software, Domenico Tappero Merlo ha voluto ripartire dalle sue radici, tornando a coltivare le vigne di famiglia come avevano fatto per generazioni i suoi avi. Da loro ha ereditato la passione e la cura dei particolari, interpretando al meglio quella filosofia che si esprimeva con gesti semplici, di antica saggezza ed un profondo rispetto per la natura. Sognava di produrre un Erbaluce diverso dal solito. Un vino longevo, da assaporare nel tempo, un vino che racchiudesse la storia di un territorio e delle sue genti, che racchiudesse in ogni sua goccia l’austera essenza delle Alpi valdostane e fosse di raccordo col nobile passato enoico della sua terra: il Canavese.


Filosofia
L’attività in vigna è una continua ricerca, riscoperta e rielaborazione di tecniche del passato recuperando quanto di valido si praticava storicamente in loco. È così che si applicano in chiave moderna pratiche agronomiche che escludono l’impiego di prodotti chimici, insetticidi ed erbicidi, ponendo particolare attenzione alla struttura organica dei suoli, praticando il sovescio mirato per migliorare la fertilità dei terreni molto acidi. I trattamenti sono a basso impatto ambientale, con impiego di biostimolanti a base di estratti di alghe, erba medica, arancio e induttori di resistenza che permettono un ridotto impiego di rame e zolfo sostituito quest’ultimo dal latte vaccino. È favorito lo sviluppo della flora spontanea e della fauna tipica del luogo per favorire il naturale equilibrio tra le specie. In cantina fermentazioni spontanee con lieviti indigeni e lunghi affinamenti in botti grandi di rovere.
Filosofia
L’attività in vigna è una continua ricerca, riscoperta e rielaborazione di tecniche del passato recuperando quanto di valido si praticava storicamente in loco. È così che si applicano in chiave moderna pratiche agronomiche che escludono l’impiego di prodotti chimici, insetticidi ed erbicidi, ponendo particolare attenzione alla struttura organica dei suoli, praticando il sovescio mirato per migliorare la fertilità dei terreni molto acidi. I trattamenti sono a basso impatto ambientale, con impiego di biostimolanti a base di estratti di alghe, erba medica, arancio e induttori di resistenza che permettono un ridotto impiego di rame e zolfo sostituito quest’ultimo dal latte vaccino. È favorito lo sviluppo della flora spontanea e della fauna tipica del luogo per favorire il naturale equilibrio tra le specie. In cantina fermentazioni spontanee con lieviti indigeni e lunghi affinamenti in botti grandi di rovere.

Territorio
A partire da 5 milioni di anni fa il mare Adriatico, che a quei tempi si spingeva fino all’interno della Valle d’Aosta, venne gradualmente riempito dai sedimenti originatisi dall’erosione della catena alpina. Successivamente, il fondovalle della Valle d’Aosta venne totalmente occupato dal Ghiacciaio Balteo. Durante la sua corsa il ghiacciaio levigò e arrotondò i fianchi delle montagne formando il maestoso Anfiteatro Morenico di Ivrea. I terreni formatisi dall’erosione glaciale sono prevalentemente sabbiosi e frammisti a sassi e ciottoli di ogni dimensione provenienti dal disfacimento delle rocce dei massicci del Monte Rosa, Monte Bianco, del Cervino e del Gran Paradiso. I terreni sono molto acidi e sono composti in gran parte da sabbie granitiche che garantiscono un ottimo drenaggio ai vigneti.

Territorio
A partire da 5 milioni di anni fa il mare Adriatico, che a quei tempi si spingeva fino all’interno della Valle d’Aosta, venne gradualmente riempito dai sedimenti originatisi dall’erosione della catena alpina. Successivamente, il fondovalle della Valle d’Aosta venne totalmente occupato dal Ghiacciaio Balteo. Durante la sua corsa il ghiacciaio levigò e arrotondò i fianchi delle montagne formando il maestoso Anfiteatro Morenico di Ivrea. I terreni formatisi dall’erosione glaciale sono prevalentemente sabbiosi e frammisti a sassi e ciottoli di ogni dimensione provenienti dal disfacimento delle rocce dei massicci del Monte Rosa, Monte Bianco, del Cervino e del Gran Paradiso. I terreni sono molto acidi e sono composti in gran parte da sabbie granitiche che garantiscono un ottimo drenaggio ai vigneti.

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