
Sulle pendici del maestoso Vesuvio, a Boscotrecase, in provincia di Napoli, si estendono terreni fertili modellati dalle antiche e più recenti colate laviche, l’ultima risalente al 1944. Qui, nel cuore di un terroir unico, la famiglia Matrone coltiva la vite da tre generazioni, tramandando una tradizione secolare. Andrea Matrone, classe 1983, enologo laureato a Firenze, dopo esperienze in Australia, Nuova Zelanda e Francia, è tornato alle sue radici. Nel 2014, con il cugino Francesco, ha fondato la sua cantina con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio vitivinicolo locale, riscoprendo varietà autoctone: caprettone, greco e falanghina pompeiana per i bianchi; piedirosso, aglianico, sciascinoso, cascaveglia e cancello per i rossi.
IIn vigna si segue un approccio naturale, senza prodotti chimici. Il suolo viene nutrito con letame di cavallo da una fattoria vicina, l’erba tra i filari sfalciata manualmente e la pacciamatura aiuta a preservare l’umidità del terreno. I pochi trattamenti previsti utilizzano solo rame e zolfo, se necessario. La vendemmia è rigorosamente manuale, e la fermentazione spontanea rispetta al massimo la materia prima. In cantina si sperimenta tra acciaio, plastica alimentare e un innovativo ovetto da 600 litri in PET multistrato poroso, con risultati promettenti.
Con cinque ettari di vigneti esposti a sud e sud-est, affacciati sul mare e situati tra i 50 e i 300 metri sul livello del mare, la famiglia Matrone conserva un patrimonio viticolo prezioso. Molte viti sono a piede franco, ottenute per talea da vecchi ceppi, preservando l’identità autentica del territorio. Se un tempo predominava la spalliera, oggi si torna a forme più antiche come l’alberello e la pergola, simbolo di rispetto per la tradizione. Andrea Matrone incarna perfettamente la sintesi tra passato e futuro: i suoi vini, eleganti e minerali, raccontano il Vesuvio con carattere e visione.
