
Alessandro, enologo di formazione e contadino per vocazione, ha iniziato la sua carriera come consulente enologo, un’esperienza che lo ha portato a confrontarsi con diverse realtà vinicole e ad affinare una visione chiara di ciò che voleva, ma soprattutto di ciò che non voleva fare. Nel 2013, con la nascita della sua prima figlia, ha deciso di fare un passo decisivo: bandire la chimica dalle sue vigne, adottando solo rame e zolfo. Oggi coltiva e vinifica alcuni ettari di Nebbiolo, Barbera e Arneis con grande rispetto per la natura.
La paternità ha intensificato la sua sensibilità verso l’ambiente, e nelle sue vigne semina piante erbacee che attraggono insetti utili e favoriscono la biodiversità. Ha abbandonato l’uso della trincia e della fresa, sostituendole con metodi più naturali, come il ripper e la vangatrice. La sua filosofia è di ridurre al minimo l’influenza del legno sul profilo aromatico del vino, motivo per cui dal 2017 usa i Clayver, contenitori in ceramica da 400 litri che permettono al vino di respirare e maturare delicatamente.
Il nome dell’azienda deriva da un gelso centenario che domina il vigneto e che ogni anno regala dolcissime more bianche. La terra è soffice, ricca di vita, e da quando l’azienda è diventata biologica, gli insetti sono tornati a popolare il terreno. Camminare tra i filari è un’esperienza di serenità che si percepisce in ogni angolo.
